venerdì, agosto 18, 2006

cenni di Esistenzialismo [dal passato]

Ultimamente mi sento particolarmente concentrato...probabilmente sui discorsi che si fanno tra amici, sui miei, sulla lingua, sulle espressioni usate...adoro giocare al "vocabolario umano" con Marco, riesce sempre a rispondere ai miei quesiti, dovreste provare un giorno. Beh, l'altro giorno, in un viaggio dall'1 alle 3 di notte ci siamo persi in lunghe digressioni filosofiche. Ne è emersa la nostra passione per il pensiero esistenzialista di Martin Heidegger (1889-1976), di cui Marchino ha saputo riassumermi i concetti in neanche 10 minuti...per me è stato un tuffo di quasi dieci anni nel mio passato da liceale...e un'ulteriore stimolo per osservare il mondo e avere parole per parlarne.

"L'esistenzialismo, un insieme di filosofie vhe emerge negli anni '30 raggiungendo le sue elaborazioni più radicali negli anni '50, ha le radici nella problematica husserliana. Ciò che accomuna tali filosofie è l'idea che esistere significa poter scegliere liberamente il proprio modo di essere. La ricerca del senso dell'esistenza comporta il rifiuto di ogni verità che non nasca dalla ricerca e dal tormento individuali. Una tale verità sarebbe la negazione dell'esistenza come possibilità di scelta, sarebbe dogmatismo.
[...] "L'essenza della filosofia sta infatti non nel possesso della verità, ma nella sua ricerca. Il suo maggior pericolo è quello di capovolgersi in dogmatismo, cioè in un sapere costituito da affermazioni compiute, definitive, esaustive, semplicemente da tramandarsi. Filososofia significa in verità: essere in cammino". (Jaspers)
[...] In questo esame il primo dato che affiora è la coscienza dell'impossibilità di superare la morte, il destino, la colpa, le condizioni ineliminabili di ogni esistenza. La filosofia attraverso la riflessione sull'esistenza mostra all'uomo la sua essenza più profonda: la libertà. (...) La riaffermazione del carattere assolutamente libero di ogni esistenza nasce dalla coscienza che ognuno crea da se stesso il proprio destino, che nessuno può essere in qualche modo predestinato e predeterminato; da questa libertà assoluta nasce la scelta, condizione esistenziale alla quale nessuno può sottrarsi e che è fonte della responsabilità dell'uomo. [...] Diventa chiaro che definire l'esistenzialismo univocamente comporta una riduzione e una semplificazione dei temi e dei concetti che lo caratterizzano: dal momento che che la ricerca della libertà implica impegno e tensione morale, l'esistenzialismo copre un arco vastissimo di posizioni teoretiche, dall'agnosticismo di Heidegger, all'ateismo di Sartre, alla religiosità di Barth e di Jaspers. Ognuna di queste filosofie trova nella diversità dell'esperienza individuale la sua giustificazione."

(estratto da "La Filosofia per la Maturità - da Kant a oggi" a cura di Franco Paris* e Luigi Neri, p. 152 - 1994, Clio Edizioni)

* Franco Paris è stato il mio professore di filosofia e storia al liceo (Liceo Linguistico/Classico E.Torricelli di Faenza). Per quanto sia stato criticato e detestato da alcuni, forse molti, studenti per la sua freddezza e il suo atteggiamento burbero, ritengo sia stato un buon docente. Anche se ha fatto parte di quella schiera di professori che votarono per la mia bocciatura al quarto anno. Non ho mai portato rancore per alcuno di loro, e questa ne è una piccola dimostrazione..

Etichette: