venerdì, agosto 04, 2006

Etica e Arte Contemporanea (II episodio)

Maurizio Cattelan:

Maurizio Cattelan è il più quotato sul mercato tra gli artisti italiani viventi, nasce a Padova nel 1960 (ora vive e lavora nel New Jersey) e inizia a lavorare a Milano, realizzando oggetti non-funzionanti, in sintonia con le tendenze del concettuale. Il debutto espositivo è nel 1991, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, dove presenta «Stadium 1991», lunghissimo tavolo da calcetto, con undici giocatori senegalesi e altrettanti scelti tra le riserve del Cesena. Già nel 1986 aveva lanciato una provocazione, con «Untitled», del 1986, una tela squarciata in tre pezzi alla maniera di Lucio Fontana, creando però la «Z» di Zorro, che sarà il suo «marchio» negli anni successivi. L'artista si guadagna un forte riscontro dal pubblico e dal mercato dell'arte. In una performance a Milano, Cattelan attacca al muro con lo scotch il suo gallerista Massimo De Carlo.

Ma è la «La Nona Ora» ad essere tra le opere più cotroverse e provocatorie -nonchè la più nota dell'artista- scultura realizzata nel 1999 che raffigura Giovanni Paolo II abbattuto a terra sotto il peso di un enorme meteorite e circondato da vetri infranti. Al centro di molte polemiche, il lavoro è stato esposto alla Royal Academy di Londra e a Varsavia e battuto da Christiès nel 2001 per la cifra record di 886 mila dollari, all'epoca equivalenti a due miliardi di lire.

A Cattelan piace veramente provocare, anzi, io direi che gli piace proprio pigliare per il culo le persone, basti ricordare «sesta Biennale» organizzata ai Caraibi: peccato che non ce ne fossero mai state prima e non ne siano mai seguite altre. L'«installazione» consisteva in due settimane di villeggiatura gratis per gli artisti invitati e nessuna opera esposta! L'artista lasciò a bocca aperta tutte le delegazioni di critici accorsi inutilmente. Persino a Venezia Cattelan non ha scherzato: nel '93 ha sconvolto tutti mettendo in scena «Lavorare è un brutto mestiere», il cui obiettivo era semplicemente quello di vendere a un'agenzia di pubblicità il suo spazio espositivo...fate un po' voi.

Ma forse, per chi ancora non lo conosceva, è capitato di sentirne parlare anche legato a un fatto di semi-cronaca: ricordate i pupazzi rafffiguranti 3 bambini impiccati a un albero nelle vie del centro di Milano? Un signore indignato cercò di arrampicarsi per toglierli dalla vista pubblica ma cadde dall'albero fratturandosi qualcosa...ecco, in realtà questa era un'altra installazione di questo artista-provocatore che scelse il 5 maggio (data della morte di Napoleone) e la quercia secolare di Piazza XXIV Maggio per creare una scena che rispondesse con la stessa intensità alle atrocità del mondo...fu un'opera pagata e commissionata interamente dalla fondazione Nicola Trussardi e l'artista venne addirittura premiato..

Certe cose di Cattelan non mi dispiacciono, ma credo che la provocazione sia nata negli anni 60 (forse anche prima col Dada o Duchamp, anche se non era così palesemente indirizzata contro la società) con un certo Warhol e gli artisti Pop...questa mi sembra una variante che alla fine non raggiunge effettivamente il suo scopo (ovvero il cambiamento dello stato delle cose attuale) - sempre che abbia veramente uno scopo- che non sia business. Per carità, non si può non riconoscere le qualità tecniche e di progettazione dello spazio che ha quest'artista, ma siamo un po' lontani da veri buoni princìpi...tutta questa critica mi sembra più aver a che fare con un moralismo facile, che finisce nel momento stesso in cui si voltano le spalle all'opera e non lascia molto nella testa dell'osservatore, se non un forte senso di ripugnanza (vedi il caso del papa e dei bambini impiccati) data più dalla "facilità" di colpire la sensibilità comune per mezzo di riferimenti ben noti che per un vero senso di profondità dell'artista...

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