giovedì, novembre 09, 2006

l'indolenza e l'indifferenza

Si vede che stasera mi va di scrivere..appena tornato da una "serata film" con amici ("Il calamaro e la balena" di Noah Baumbach) e mi torna in mente un argomento che viene spesso a distrarmi: la gente di faenza che non ti saluta pur conoscendoti. Non so se capita spesso fuori da questa città (anzi, paesone lo definisco di solito) ma qui è frequente mancare il saluto.

Da ragazzini ci si salutava tra maschi con un'alzata di mento e uno sguardo sicuro, uppure con un "", "Ueilà", "Oh", "E". Adesso tra amici ci scappa un "ehilà", "bella", "allora?"...qualche volta anche "Ciao". Però se ti capita adesso di incrociare per strada qualcuno e
per caso qualche vecchio compagnio d'infanzia o dell'adolescenza...non ci si saluta, si volta la testa dall'altra parte o si fa finta di niente. Il bello è che in realtà ci si riconosce subito...ma è passato così tanto tempo che - boh, capita solo qui, ne sono convinto - si ha un'autorizzazione a non rivolgere più il saluto. Poi, in realtà, se capita di essere il primo a forzare il saluto si viene corrisposti. E anche subito...da tempi comici, veramente.
E' questo che non capisco: è chiaro che ci si conosce e che ci si ricorda l'un l'altro, però il primo che "cede" perde! Non so quanto possa comprendere questo comportamento anomalo una ragazza...sono "cose da uomini" queste...da bambini cresciuti.


Poi ci sono le scritte per i muri della città. Manco avessero una bella grafia dico io...quattordicenni infottati - come me alla loro età - pigliano su la bomboletta e di fianco alla propria tag scrivono pure invettive politiche...a 14 anni non ne capivo una mazza di politica (ricordo che uno dei miei primi testi rap aveva una strofa in inglese che diceva "I don't even know what is Ku Klux Klan..."). Non che adesso ci capisca molto di più...ma mai mi sarei azzardato a lordare i muri con nient'altro che la mia tag.
Più che disprezzo o disgusto io ritengo che sti bambini siano confusi, e un bel po'. Non posso fare a meno di pensare a chi li ha educati. E come. E quanto spesso più che altro.

Non ne ho proprio voglia di scrivere lamentele facili a pensarsi...noiose a scriversi. Ognuno la pensa un po' come vuole, fatto sta che se si vuole parlare di vandalismo e aerosol art bisogna fare le dovute distinzioni. Però non è l'argomento di questo post.

L'indolenza la vedo in 'sti bambini, più piccoli di me ma che non sai dargli un'età...alcuni già sembrano miei coetanei. Non importa quello che sembrano (e sembrano veramente tutti uguali) perchè fra un po' sembreranno altro...una volta essere un "metallaro", un "punk", un "rapper" faceva veramente la differenza. Non eri qualcuno ma eri qualcun'altro.
Adesso che tutto ha contaminato tutto non importa se vesti i baggies: potresti ascoltare i Linea 77 e i Finley assieme a 50 Cent e Fibra. "Punkabbestia" che di Punk hanno ereditato solo il cane. Ma forse non solo...

...

No, pensandoci bene l'anarchia del "Fuck the System" aveva almeno un valore: essere contro i valori. I bambini di adesso sono "Fuck everything" e neanche loro sanno spiegarti il perchè. Perchè è come si sentono. Poi, però, si rifugiano tutti nelle canzoni d'amore scritte dai giovani cantautori e se ne fanno solido scudo se vengono accusati di essere una generazione dispersa...Vabbè, mi sto avvicinando troppo al ruolo del vecchio che bofonchia "Ai miei tempi era meglio...". Non era meglio, ma era più avvicinabile.

Qui, man mano che passano gli anni la situazione si complica sempre più: faccio fatica io a 27 anni a capire certe dinamiche giovanili di ragazzi che hanno non più di 7/8 anni in meno di me, non immagino che tragedia possa essere per un genitore quasi quarantenne...ed è di fronte a certi problemi - secondo me - che si reagisce con l'indifferenza.

Evitare è meglio che curare.

Per questo i ragazzini continuano ad essere indolenti e insolenti. E che i miei vecchi amici d'infanzia non mi salutano più.


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