sabato, ottobre 14, 2006

La paranoia dei check-in

11 ottobre: Stansted London STN


Arrivato con quasi un'ora di ritardo partendo da Forlì, scendo per la prima volta all'aeroporto di Stansted, conosciuto da un botto di italiani negli ultimi 6/7 anni per via della Ryan Air che fa atterrare qui il 99% degli scali su territorio inglese.
La prima cosa che noto è che c'è un gran silenzio...la parte degli arrivi in realtà è subito in comunicazione con l'ingresso della struttra...in una Milano o Roma già si sentirebbe un gran chiasso, quantomeno di parlate ad alta voce. Prima di andare a ritirare i bagagli, come di consueto, c'è il controllo dei documenti (prima di arrivarci è tappezzato dappertutto di avvisi sul rinnovato "rinforzo" dei controlli ai passeggeri, scuse e invito alla pazienza) dove l'impiegato mi squadra già da lontano, saluta e, mentre mi controlla la carta d'identità, mi chiede: "da dove arrivi?" "Forlì" "Che paese?" "Italia" "..." "..." "Sei italiano?" "Si" "Sei sicuro?" "Si. Ah, beh, sì sono un mezzosangue, mia madre è brasiliana.." "Ah, ecco. Tutto a posto."
Ammazza, non si fida proprio del documento...


Nell'aeroporto si può pagare con entrambe le valute, se pagate in euro però vi danno il resto in sterline. C'è un'area che ricorda pesantemente un centro commerciale: zona ristorazione (1 rist. italiano, un bar italiano, uno "americano" e un pub irlandese), zona ludica (gioco al lotto e scommesse - questi inglesi - e sala giochi) e zona commerciale. Colpisce ripetutamente la mia attenzione quanti nomi italiani o "all'italiana" ci siano in così poco spazio, seppur grande...vedi gli esempi sotto..




Arrivata l'ora di imbarcarmi per il secondo aereo, passo dal check-in e in teoria dovrei andare ad imbarcarmi. In teoria.
C'è una fila lunga 150 m. di passeggeri che aspettano di varcare giusto il primo di ben 3 livelli di sicurezza:
1.
al primo una serie di ragazzi urlano alla folla tutte le tipologie di prodotti da togliere eventualmente dal bagaglio a mano, oggetti contundenti come forbicine e limette da unghie e ogni sorta di prodotto liquido/oleoso/gel...secondo le nuove norme anti-terrorismo estreme;
2.
al secondo c'è il classico check dei bagagli a mano con metal detector e relativa guardia che perquisisce a mano i passeggeri uno ad uno (da notare la tecnica con cui rivolge il dorso della mano in corrispondenza delle parti intime, per non incorrere in imbarazzanti situazioni ed essere tutelato dalla legge);
3.
come ultimo livello di sicurezza a stansted hanno ben pensato di piazzare un'altra postazione identica alla 2 dedicata, però, alla sola scansione delle scarpe...lascio alla vs immaginazione che odore ci sia in corrispondnza di quest'area...

In compenso, dopo soli 20 minuti (se consideriamo la mole di gente che c'era non è tanto...) tocca correre perchè pare che abbiano appena chiamato il volo. Macchè. Solo dopo un'ora e venti di ritardo ci sarà poi possibile salire a bordo e partire per Berlino.

La RyanAir dà l'impressione di essersi molto infiacchita, come del resto vuole la legge del marketing...una volta magari era più puntuale ma gli aeromobili erano degli scassoni sporchi...ora invece si viaggia su velivoli nuovi (gli Airbus 300 sono di recente acquisto: sedili in pelle e istruzioni di salvataggio fissate al sedile anteriore oltre alle ali più robuste ma allo stesso tempo più snelle...). Mah, questi viaggi low cost mi sembrano un po' troppo high time, che da un punto di vista Tayloriano significherebbe "perdita di soldi"...dunque un controsenso. O più semplicemente una chioda.

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2 Comments:

At 11:37 AM, Blogger Angie said...

Mio caro Alex, faccio parte di quella schiera infernale (perdona l'ossimoro di sapore dantesco) di italici che da anni conosce Stansted per intercessione della Ryanair. Il tuo approccio diaristico al luogo mi ha riportata a molti deja-vu (ulteriore nodo rosso)"compiuti": ringrazio dunque, per la sollecitazione piacevole di ricordi e profumi made in London.

P.s. Trovo che Stansted sia eccellente ubicazione per bei pisolini, soprattutto nella zona check-in. Sarò di ritorno presto sulle pagine del mio blog. Bye webfriend and co-born :)

 
At 10:36 AM, Blogger alex said...

Mi fa piacere aver risvegliato qualche vecchio ricordo in te..a distanza di giorni la cosa che mi è rimasta impressa più di tutte di quella breve esperienza è che gli inglesi sono un po' fieri delle limitazioni che loro stessi si pongono e li differenziano dal resto dell'Europa. Il tutto con una certa normalità...se non fossero così "anglosassoni" userei il termine "armonia". Ma sì, alla fine stanno bene questi inglesi! A presto cara!

 

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