mercoledì, settembre 13, 2006

Di nuovo Hera e le campane di raccolta ...


Tempo fa avevo postato un articolo che riguardava le mie perplessità rispetto alla scelta improvvisa dell'azienda Hera di trasformare le campane gialle (un tempo dedicate esclusivamente alla plastica) in contenitori di raccolta differenziata - si - ma congiunta, vale a dire che adesso ci si può buttare dentro contenitori in vetro (bottiglie, barattoli e vasi), contenitori in metallo (lattine, bombolette, barattoli e scatolette in alluminio) e contenitori in plastica (bottiglie e flaconi, vaschette, buste e sacchetti). Rimasi perplesso perchè sapevo che la cittadinanza NON era stata avvertita per tempo, così da ritrovarsi tale cambiamento di abitudini repentinamente, col rischio di non capire (come me) e magari comportarsi in maniera scorretta (metti che uno ci butta una lampadina...già non va più bene...). Insomma, questa settimana mi arriva a casa il magazine (eheheh..) Herapiù - periodico di informazione per i clienti (giunto già al terzo numero) che annuncia - finalmente - in un articolo a pagina 7 cosa é successo da maggio 2006. Dall'articolo (Tutti in campana! - mamma che titolo...) si evince che la mossa strategica mira a ridurre l'impatto estetico sul suolo pubblico (con meno campane) e semplifica notevolmente la vita ai cittadini, che possono così buttare tutto nello stesso posto...Bell'insegnamento ai nostri (non miei) bambini! Così, invece di insegnargli a separare gli si insegna a buttare senza criterio, ad accumulare immondizia! So che il problema in realtà é legato ai costi di separazione e smaltimento...Hera evidentemente spende meno a separare in sede usando contenitori unici - viene facile pensare che lo facessero anche prima con campane di diverso colore, per colpa della lascività cittadina in materia di raccolta differenziata...Ma ritengo che comunque questa soluzione - vantaggiosa per i single come me, dato che vengono attribuiti sconti in bolletta in base al peso della monnezza prodotta - sia utile in termini economici e non etici. La gente continuerà a comportarsi con estrema superficialità e noncuranza delle proprie azioni quotidiane in relazione all'ambiente.

Quindi piove sul bagnato: Faenza è ignorante, in quanto ignora i giusti comportamenti. E tra l'altro puzza da morire...ci credete che, facendo una ricerchina sul web, non sono ancora riuscito a trovare informazioni riguardo alle industrie che inquinano l'aria di Faenza, soprattutto in periodo Autunnal-Invernale? Molto strano...qua in città si narrano sempre le stesse leggende metropolitane citando nomi a caso: Bucci, l'Omsa, la Cisa, Tampieri, La Faenza, la Cerdomus, Morini dei polli...eppure nessuno ha la certezza di chi sia il vero responsabile. Qualcuno sa darmi una risposta?

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